Giochi di strada
Il rilancio dei giochi di strada nelle scuole A.S. 2020/2021
Descrizione Sintetica del Progetto
I bambini non sanno più giocare. Né giocare tra loro, né giocare in gruppo, in cortile, nelle piazze, all’aperto insomma. Sono invece abilissimi coi videogiochi, come pure conoscono a memoria nomi e funzioni di mille e più personaggi dei cartoni animati ed altrettanti jingles pubblicitari. La loro coordinazione oculo – manuale è imbattibile per un adulto (“santi” Game Boy e Play Station!), così come sono notevolmente aumentate le loro capacità cognitive e di apprendimento: sanno più cose, imparano più in fretta, sono più svegli. Ma è altrettanto vero che i bambini non sanno come si fa a giocare in gruppo e hanno problemi scheletrici sempre più precoci. Quando poi si ritrovano liberi all’aperto, la loro ludicità si esprime esclusivamente a spintoni, a strattoni.. non sanno organizzarsi da soli: per qualunque gioco collettivo hanno sempre bisogno di un adulto che li “diriga”, che li controlli come un arbitro che fischia i falli, ammonisce, espelle, assegna i punti. I bambini non si arrampicano più, non camminano né corrono e saltano su prati o terreni sconnessi, non hanno alcuna idea di cosa sia il gioco della campana, mirabile strumento di sviluppo della destrezza, dell’equilibrio, della coordinazione e della precisione, non hanno assolutamente la sensazione del loro corpo in movimento, non sanno saltare la corda, non hanno senso del ritmo, non sanno rispettare il proprio turno e tanto altro ancora… I pochi bambini che hanno la fortuna di praticare un’attività sportiva (per una o due ore la settimana), spesso sono precocemente indirizzati alla specializzazione e all’agonismo dagli istruttori e/o dalle pressanti aspettative dei genitori e il risultato, motoriamente e percettivamente, non è perciò molto migliore di quello dei loro coetanei sedentari.
Un’indagine scientifica della Facoltà Uniroma4 di Scienze Motorie , ha prodotto risultati agghiaccianti. Dopo centinaia di rilievi effettuati nelle scuole su alunni in età d’obbligo scolastico tale ricerca ha dimostrato senza ombra di dubbio che oltre l’80% dei bambini presenta paramorfismi scheletrici a carico della colonna vertebrale, del piede, del ginocchio, dell’articolazione scapolo-omerale e di quella temporo – mandibolare. Tutti questi difetti sono strettamente correlati alla cosiddetta “sindrome da appartamento”, ma sono anche facilmente correggibili in questa fascia d’età (in misura addirittura del 60%), semplicemente lasciando che i bambini giochino liberamente gli antichi giochi di un tempo all’aperto
A quest’età è sicuramente possibile correggere con poca fatica difetti scheletri e posturali, mentre le statistiche rilevano scientificamente che l’evoluzione naturale degli scheletri dei nostri bambini, alle attuali condizioni, assicura problemi gravi, blocchi, immobilità, dolori ed disabilità, già prima dei 30 anni! Cosa si può fare?
Va prodotto e attuato un progetto da inserire nel Piano dell’Offerta Formativa delle scuole sulla riscoperta dei giochi tradizionali di strada e di cortile attraverso ricerche storiche, geografiche, e filologiche per favorire la Socializzazione e l’Integrazione attraverso i giochi di strada. Il gioco infatti consente di abbattere tutte le barriere, in quanto consente di integrare e di superare la diversità sia fisiche che culturali.
In questo progetto potranno essere presi in esame i rari testi sull’argomento e, soprattutto, potranno essere raccolte le memorie storiche trasmesse oralmente da parte delle persone anziane, dei nonni, dei genitori degli alunni stessi che invece con quei giochi sono cresciuti in Italia o in altri Paesi.
Gli alunni, grazie alla ricerca guidata, all’analisi, alla descrizione, all’apprendimento diretto della gestualità e delle cantilene dei giochi tradizionali e alla loro pratica nelle piazze, nei cortili e in palestra a scuola, scopriranno tanti giochi che vengono dal passato e pure restano ancora oggi un enorme strumento socializzante di educazione alla civiltà e di sviluppo fisico e armonico.
L’obiettivo ambizioso del progetto è consentire ai nostri alunni di appropriarsi culturalmente di questo patrimonio, a tutto vantaggio di crescita, salute, socializzazione ed integrazione. Le nuove generazioni che abiteranno in un villaggio globale, ma fatto ancora di vicoli e campetti da correre in libertà in che modo potranno realizzare tutto ciò? Creando un Punto di aggregazione radicato sul territorio all’interno del quale poter svolgere Dibattiti, Musica, incontri culturali, giochi.
L’Associazione Sportiva Dilettantistica Giochi di Strada nasce con la finalità di promuovere gli sport di base e agonistici sia a fini sociali, aggregativi e terapeutici e sia come veicolo di comunicazione di ideali sportivi e valori educativi quali: il rispetto delle regole (fair play), il rispetto della persona umana, il rispetto dei diritti umanitari, l’integrazione sociale rivolta a minori, disabili e immigrati per una nuova società multiculturale. Dal 2003 inoltre si è dedicata allo studio degli sport antichi e dei giochi di strada con l’obiettivo di recuperare e tramandare le antiche tradizioni popolari. L’a.s.d. Giochi di Strada è collegata con federazioni e associazioni sportive, culturali e sociali, enti locali, proloco, oratori, atleti ed esperti del gioco, storici dello sport.
Obiettivo Generale del Progetto: L’intento del progetto è quello di migliorare l’integrazione e la collaborazione tra i ragazzi favorendo:
- la conoscenza e il rispetto di sé e dell’altro
- contrastare l’obesità infantile
- la comprensione di messaggi e stimoli
- l’acquisizione di strumenti per la comprensione del sistema di vita associata
- lo sviluppo di una corretta comunicazione
- lo sviluppo della sfera dell’esperienza
- l’espressione della Solidarietà intesa come condivisione di idee, valori, diritti e doveri.
- Integrazione tra i ragazzi stranieri e i diversamente abili
OBIETTIVI
- Favorire la Socializzazione e l’Integrazione attraverso i GIOCHI DI STRADA
- Sviluppare la conoscenza di regole e norme della vita associata
- Sviluppare la convivenza democratica nel proprio contesto di vita
- Sviluppare forme di comunicazione tramite linguaggi verbali e non verbali
- Sviluppare manualità ed operatività
- Sviluppare capacità di collaborazione, solidarietà, mutualità utilizzando strumenti condivisi.
Obiettivo Formativo – Didattico
Il progetto consentirà ai ragazzi di sviluppare le seguenti conoscenze, competenze e abilità:
CONOSCENZE
- Conoscere i giochi tradizionali da strada e le loro regole
- Conoscere i comportamenti adeguati per giocare in strada
- Conoscere filastrocche e racconti delle tradizioni popolari
ABILITÀ
- Individuare ed applicare le norme
- Riconoscere temi e sotto-temi in manuali, testi, ecc.
- Codificare e decodificare linguaggi verbali e non verbali
- Applicare le informazioni acquisite in altri contesti
Risultati attesi: che i ragazzi dai 2 ai 90 anni tornino a giocare in strada con i vecchi giochi dei nonni che altrimenti andrebbero dimenticati con la memoria degli anziani.
Strumenti di monitoraggio e valutazione – saranno somministrati questionari
PRIMA PARTE: LA RICERCA
- Laboratorio di informatica in dotazione alla scuola
- utilizzo Google Documenti ed Internet
- Videoscrittura e software office – automation
- Stampanti laser e a colori
- Fotocamera e videocamera digitali
- Libri Tradizioni Popolari e racconti orali dei nonni
SECONDA PARTE: RECUPERO DEI GIOCHI DI STRADA
- SPAZI ESTERNI / CORTILE della scuola dove si potranno realizzare piste per effettuare lanci (lancio della ruzzola, le bocce, ecc…) disegnare a terra campane, piste di ciclo tappo, campetti per ruba bandiera, scacchiere per giocare a dama o scacchi, ecc…
- STRUMENTI UTILIZZATI: Giochi di strada : birilli, bocce, ruzzole, corda (per saltare e per il tiro alla fune), tamburelli, calciobalilla, piastrelle, nizza, badminton, braccio di ferro, lancio delle freccette, elastici, bottoni, sassolini, gessi e materiali da riciclo
Alcuni “GIOCHI DI STRADA” che verranno proposti ai ragazzi:
Gioco 1. TENNIS TRAINER = si gioca con palle da tennis legate ad un elastico che tornano indietro
Gioco 2. BOCCE = campo delimitato con dimensioni minime di 4 mt di larghezza e 15 mt di lunghezza
Gioco 3. TAMBURELLO
Gioco 4. SCACCHI e DAMA
Gioco 5. CORDA IN EQUILIBRIO – bastano due alberi vicini
Gioco 6. CAMPANE = verranno disegnate a terra con i gessetti colorati
Gioco 7. RUBABANDIERA = un fazzoletto come Bandierina e spazio per organizzare il gioco
Gioco 8. SALTO DELLA CORDA = salto con la corda per un singolo partecipante o più partecipanti
Gioco 9. RUZZOLA, RUZZOLONE = Ruzzola o Ruzzolone e Spago o fettuccia. Occorre uno spazio di abbastanza lungo dove poter lanciare l’attrezzo
Gioco 10. BIRILLI = n° 9 Birilli e due Bocce di legno – spazio libero per il campo dove giocare
Gioco11. FERRO DI CAVALLO = n° 6 cerchi con materiale di riciclo e n° 3 bersagli da centrare
Gioco 12. GIOCO DEL CERCHIO = spazio di circa 10 mt di lunghezza dove poter far correre il cerchio
Gioco 13. TROTTOLA = occorre uno spazio dove poter lanciare la trottola
Gioco 14. LA NIZZA O LIPPA
Gioco 15. LA MORRA
Gioco 16. TIRO ALLA FUNE
Gioco 17. FRESBEE
Gioco 18. GOING
Gioco 19. BADMINTON
Gioco 20. PIASTRELLE = Piastrelle in gomma
Per maggiori informazioni potete visionare il sito www. giochidistrada.it
Il gioco è una cosa seria. È quel collante che unisce le generazioni. Oltre a non aver età specifiche, il gioco è un fortissimo elemento di aggregazione e di formazione umana: basti pensare al solo fatto che proprio tramite il gioco, il bambino si avvicina alla vita, socializza e impara i primi rudimenti comportamentali. In questo progetto si vuole risalire alle origini, studiare e capire cosa accadeva in un’epoca non governata dal computer e non fortemente tendente all’isolamento. I giochi antichi, infatti, a differenza di quelli moderni, lasciavano maggiore spazio all’inventiva, sviluppavano la creatività e miglioravano lo sviluppo psicofisico. Quali sono, nella fattispecie, i giochi di società della Roma di un tempo? Dalla “Passatella” alla “Morra”, dalla “Ruzzica” alla “Zecc h i n e t t a ” , dal rubacantone, Sartalaquaglia al Tre Tre giu giu. “Madama Dore”. Oltre quattrocento sono i giochi creati dagli adulti e divenuti, solo in seguito, patrimonio dei ragazzi. Rappresentano il volto popolare della Roma di ieri; sono giochi poveri, ma fantasiosi che si è soliti ricordare come “i giochi del nonno” e che ricompongono un suggestivo spaccato di una Roma che non c’è più. Il progetto è dedicato ai bambini e ai ragazzi di oggi, costretti a vi vere in spazi angusti con i loro giocattoli, che nulla lasciano all’immaginazione e che obbediscono solo alle leggi inique del mercato; il suo obiettivo è far rivivere, invece, il fascino del passato, la vivacità popolaresca, l ‘ingenua riproposizione di antichi miti e riti, di quei divertimenti di strada e quei passatempi d’osteria, che anche i più grandi solevano concedersi con allegria e che, pure, ci aiutano a ricomporre il mosaico della vita quotidiana. Sono qui presenti delle attività spontanee, che possono svolgersi anche i n luoghi privi di attrezzature specifiche. II recupero dei giochi tradizionali può migliorare la società permettendo un ‘occupazione intelligente del propri o tempo libero. Un tempo i giochi di strada, favorendo l ‘aggregazione e il dialogo fra le persone, attenuando e talvolta annullando la conflittualità, hanno formato così svariate generazioni di bambini. Il gioco di strada non fa alcuna distinzione di razza o religione, bensì si presta ad essere uno strumento di aggregazione fra i popoli, momento di scambio e di integrazione e pertanto basato sul confronto e il dialogo tra culture. Diventa terreno di integrazione tra individui diversi; crea un tessuto, una solidarietà., un sentire comune… tutti elementi fondamentali in una società multietnica. La rivisitazione del gioco di società di ieri è dunque trasferimento reciproco di patrimoni esistenziali : l ‘esperienza dei più anziani viene estesa all’infante, all’adolescente e al giovane adulto e costoro, a loro volta, comunicheranno un’iniezione di freschezza a chi giovane non e più da tempo. Il Progetto “ Paese che Vai giochi che trovi” ha come obiettivo quello di recuperare i giochi antichi all’inseguimento dell’esplorazione ludica regionale e di un recuperato rapporto tra generazioni e identità culturali.
“ Il ritorno dei vecchi Giochi di Strada ”
Il gioco è una cosa seria. È quel collante che unisce le generazioni. Oltre a non aver età specifiche, il gioco è un fortissimo elemento di aggregazione e di formazione umana: basti pensare al solo fatto che proprio tramite il gioco, il bambino si avvicina alla vita, socializza e impara i primi rudimenti comportamentali. In questo progetto si vuole risalire alle origini, studiare e capire cosa accadeva in un’epoca non governata dal computer e non fortemente tendente all’isola-mento. I giochi antichi, infatti, a differenza di quelli moderni, lasciavano maggiore spazio all’inventiva, sviluppavano la creatività e miglioravano lo sviluppo psicofisico. Quali sono, nella fattispecie, i giochi di società della Roma di un tempo? Dalla Morra alla Zecchinetta , dal Rubacantone al Sartalaquaglia e al Tre Tre giu giu, Madama Dore e tanti altri giochi. Oltre 400 sono i giochi creati dagli adulti e divenuti, solo in seguito, patrimonio dei ragazzi. Rappresentano il volto popolare della Roma di ieri, sono giochi poveri, ma fantasiosi che si è soliti ricordare come “i giochi del nonno” e che ricompongono un suggestivo spaccato di una Roma che non c’è più. Il progetto è dedicato ai bambini e ai ragazzi di oggi, costretti a vivere in spazi angusti con i loro giocattoli, che nulla lasciano all’immaginazione e che obbediscono solo alle leggi inique del mercato; il suo obiettivo è far rivivere, il fascino del passato, la vivacità popolaresca, l ‘ingenua riproposizione di antichi miti e riti, di quei divertimenti di strada e quei passatempi d’osteria, che anche i più grandi solevano concedersi con allegria e che ci aiutano a ricomporre il mosaico della vita quotidiana. Sono presenti delle attività spontanee, che possono svolgersi anche i n luoghi privi di attrezzature specifiche. II recupero dei vecchi giochi tradizionali può migliorare la società permettendo un ‘occupazione intelligente del proprio tempo libero. Un tempo i giochi di strada, favorendo l ‘aggregazione e il dialogo fra le persone, attenuando e talvolta annullando la conflittualità, hanno formato così svariate generazioni di bambini. Il gioco di strada non fa alcuna distinzione di razza o religione, bensì si presta ad essere uno strumento di aggregazione fra i popoli, momento di scambio e di integrazione e pertanto basato sul confronto e il dialogo tra culture. Diventa terreno di integrazione tra individui diversi; crea un tessuto, una solidarietà, un sentire comune… tutti elementi fondamentali in una società multietnica. La rivisitazione del gioco di società di ieri è dunque trasferimento reciproco di patrimoni esistenziali: l’esperienza dei più anziani viene estesa all’infante, all’adolescente e al giovane adulto e costoro, a loro volta, comunicheranno un’iniezione di freschezza a chi giovane non lo è più da tempo. Lo sport promuove la disciplina, il rispetto per il prossimo e tutte quelle qualità che aiutano ad affrontare le sfide della vita e diventare individui consapevoli. Ma è anche un importante vettore di socializzazione e di integrazione. Nell’ambito scolastico c’è bisogno di conoscersi, socializzare e costruire un clima di collaborazione positiva. Sperimentare insieme, condividere la fatica ed aiutarsi per raggiungere una meta comune, costituisce un’ interessate esperienza, una metafora del percorso scolastico. Allora conoscersi ed imparare a condividere percorsi di apprendimento praticando le attività ludico- sportive formative in genere, significa mettere in pratica valori importanti come l’amicizia, la tolleranza, la solidarietà, l’autodisciplina, la responsabilità, il lavoro di squadra, condizioni fondamentali per trascorrere un anno scolastico sereno. Si potrà scoprire come l’attività sportiva insegna a diventare grandi, non solo ai piccoli, anche a chi grande lo è già !!!
I bambini non sanno più giocare. Né giocare tra loro, né giocare in gruppo, in cortile, nelle piazze, all’aperto insomma. Sono invece abilissimi coi videogiochi, come pure conoscono a memoria nomi e funzioni di mille e più personaggi dei cartoni animati ed altrettanti jingles pubblicitari. La loro coordinazione oculo – manuale è imbattibile per un adulto (“santi” Game Boy e Play Station!), così come sono notevolmente aumentate le loro capacità cognitive e di apprendimento: sanno più cose, imparano più in fretta, sono più svegli. Ma è altrettanto vero che i bambini non sanno come si fa a giocare in gruppo e hanno problemi scheletrici sempre più precoci. Quando poi si ritrovano liberi all’aperto, la loro ludicità si esprime esclusivamente a spintoni, a strattoni.. non sanno organizzarsi da soli: per qualunque gioco collettivo hanno sempre bisogno di un adulto che li “diriga”, che li controlli come un arbitro che fischia i falli, ammonisce, espelle, assegna i punti. I bambini non si arrampicano più, non camminano né corrono e saltano su prati o terreni sconnessi, non hanno alcuna idea di cosa sia il gioco della campana, mirabile strumento di sviluppo della destrezza, dell’equilibrio, della coordinazione e della precisione, non hanno assolutamente la sensazione del loro corpo in movimento, non sanno saltare la corda, non hanno senso del ritmo, non sanno rispettare il proprio turno e tanto altro ancora… I pochi bambini che hanno la fortuna di praticare un’attività sportiva (per una o due ore la settimana), spesso sono precocemente indirizzati alla specializzazione e all’agonismo dagli istruttori e/o dalle pressanti aspettative dei genitori e il risultato, motoriamente e percettivamente, non è perciò molto migliore di quello dei loro coetanei sedentari.
Un’indagine scientifica della Facoltà Uniroma4 di Scienze Motorie , ha prodotto risultati agghiaccianti. Dopo centinaia di rilievi effettuati nelle scuole su alunni in età d’obbligo scolastico tale ricerca ha dimostrato senza ombra di dubbio che oltre l’80% dei bambini presenta paramorfismi scheletrici a carico della colonna vertebrale, del piede, del ginocchio, dell’articolazione scapolo-omerale e di quella temporo -mandibolare. Tutti questi difetti sono strettamente correlati alla cosiddetta “sindrome da appartamento”, ma sono anche facilmente correggibili in questa fascia d’età (in misura addirittura del 60%), semplicemente lasciando che i bambini giochino liberamente gli antichi giochi di un tempo all’aperto. A quest’età è sicuramente possibile correggere con poca fatica difetti scheletri e posturali, mentre le statistiche rilevano scientificamente che l’evoluzione naturale degli scheletri dei nostri bambini, alle attuali condizioni, assicura problemi gravi, blocchi, immobilità, dolori ed disabilità, già prima dei 30 anni! Cosa si può fare? Va prodotto e attuato un progetto da inserire nel Piano dell’Offerta Formativa delle scuole sulla riscoperta dei giochi tradizionali di strada e di cortile attraverso ricerche storiche, geografiche, e filologiche per favorire la Socializzazione e l’Integrazione attraverso i giochi di strada. Il gioco infatti consente di abbattere tutte le barriere, in quanto consente di integrare e di superare la diversità sia fisiche che culturali. In questo progetto potranno essere presi in esame i rari testi sull’argomento e, soprattutto, potranno essere raccolte le memorie storiche trasmesse oralmente da parte delle persone anziane, dei nonni, dei genitori degli alunni stessi che invece con quei giochi sono cresciuti in Italia o in altri Paesi. Gli alunni, grazie alla ricerca guidata, all’analisi, alla descrizione, all’apprendimento diretto della gestualità e delle cantilene dei giochi tradizionali e alla loro pratica nelle piazze, nei cortili e in palestra a scuola, scopriranno tanti giochi che vengono dal passato e pure restano ancora oggi un enorme strumento socializzante di educazione alla civiltà e di sviluppo fisico e armonico. Obiettivo ambizioso del progetto è consentire ai nostri alunni di appropriarsi culturalmente di questo patrimonio, a tutto vantaggio di crescita, salute, socializzazione ed integrazione. Le nuove generazioni che abiteranno in un villaggio globale, ma fatto ancora di vicoli e campetti da correre in libertà in che modo potranno realizzare tutto ciò? Creando un Punto di aggregazione radicato sul territorio all’interno del quale poter svolgere Dibattiti, Musica, incontri culturali, giochi.
Il comportamento aggressivo può essere definito come un comportamento intenzionalmente rivolto a far male all’altro; questo può articolarsi nei sottotipi di aggressività proattiva, che comprende l’aggressività strumentale e l’aggressività ostile o bullismo, e di aggressività reattiva. In particolare i trend evolutivi dell’aggressività proattiva evidenziano che l’aggressività strumentale si manifesta dai tre ai dieci anni e l’aggressività ostile-bullismo dagli otto ai sedici anni.
Considerando che in età scolare si assiste ad un cambiamento nella natura del comportamento aggressivo
(diventando sempre più intenzionale e rivolto ad attaccare l’altro) e che con l’età adolescenziale si evidenzia un decremento dell’incidenza della condotta aggressiva (anche se è un età in cui le azioni violente più serie aumentano) si propongono dei giochi cooperativi per la fascia d’età dagli otto ai sedici anni per prevenire e contrastare il fenomeno del Bullismo, proponendo delle esperienze basate sullo stile del “tutti per uno e uno per tutti” a sostegno del percorso evolutivo verso una migliore gestione dei comportamenti socio-affettivi.
I giochi cooperativi sono utili per contrastare il fenomeno del bullismo in quanto si fondano sul lavoro di
squadra in cui i partecipanti devono collaborare tra loro per assolvere ai compiti ludici, migliorando la qualità dei risultati con il livello di cooperazione che si basa sull’aiuto reciproco.
Nei giochi cooperativi i compiti possono essere realizzati solo se i componenti del gruppo uniscono le
loro abilità facendo la fondamentale esperienza di apprendimento prosociale che gli sforzi, l’iniziativa e l’impegno attivo di tutti danno un risultato che supera la soddisfazione individuale per scoprire la responsabilità per qualcosa di comune attraverso una esperienza di successo.
Il valore pratico del lavoro di gruppo si evidenzia quando nei giochi affiorano dei conflitti conseguenti al dover prendere decisioni difficili, quando si è sotto la pressione temporale, quando vi sono diverse strategie di soluzione od uno scarso impegno di alcuni, occasioni preziose di apprendimento in cui aiutando gli altri e lasciando che essi ci aiutino si manifesta l’impegno verso di loro, ma anche la disponibilità a riconoscere i propri limiti permettendo loro di esserci di aiuto.
I giochi per fare conoscenza: creazione di un primo contatto tra i partecipanti al gioco (qui
di seguito riportiamo alcuni giochi esemplificativi):
I nomi del mondo = Il gruppo forma un cerchio, nel quale si trova anche chi dirige il gioco, che si incarica di iniziarlo ed inoltre di misurare con un cronometro, la velocità con la quale il gruppo esegue il compito. Si volta verso il suo vicino di destra e dice rapidamente il suo nome. Il giocatore interpellato fa lo stesso con il suo vicino, e così via: quanto impiegano (viene preso il tempo) tutti i partecipanti a dire il loro nome? Variante: invece del proprio nome viene detto quello del giocatore a fianco.
Pallanome = Il gruppo forma un cerchio. Il conduttore del gioco lo inizia dicendo il suo nome e lanciando una palla da tennis ad un compagno, che dopo avere detto il suo nome la lancia a sua volta. Varianti: si deve dire il nome di chi riceve la palla. Vengono messe in gioco una seconda, una terza palla .
I legami = Corsa libera con sottofondo musicale; allo stop della musica si cerca di mettersi in contatto con quante più persone possibili senza spostarsi con almeno un piede.
Giochi di riscaldamento: aiutare ad inserirsi nel gruppo ed a svolgere compiti con gli altri.
La fortezza = Un gruppo si lega stretto usando mani e piedi (“ciambella”), mentre un altro gruppo (“coltelli”) cerca di rompere la fortezza staccando un pezzo alla volta; le mani e/o i piedi separati non possono più riunirsi. Variante: la “ciambella” formata dal cerchio con braccia agganciate o con asciugamani tenuti insieme e i “coltelli”che cercano di tagliare separando le varie “fette”.
Pallaluna = Il gruppo ha il compito di giocare più in alto e più spesso possibile (verso la luna) un pallone da mare senza bloccarlo, fino a quando non cade a terra. Nessun giocatore può toccare il pallone due volte di seguito. Ogni contatto con la palla conta un punto.
Il letto vivente = Da cinque a sette giocatori si inginocchiano l’uno accanto all’altro, con la testa che tocca terra, le spalle leggermente sollevate. Sulla loro schiena è sdraiato un compagno che dorme. Quando
scocca mezzanotte il letto comincia a muoversi in avanti, restando unito e senza far cadere chi dorme.
I giochi di percezione: entrare in contatto tranquillamente con gli altri, se stessi e la natura.
Il campo minato = Sul campo di gioco viene distribuito il massimo numero di palle da tennis possibile. I giocatori sono divisi in coppie ed uno di essi ha gli occhi bendati, ed ha il compito di attraversare di notte (cioè con gli occhi bendati) una parte del campo minato. Il suo/la sua compagno/a, che sta di lato al campo, lo aiuta fornendogli indicazioni sulla direzione da prendere. Si cronometra il tempo necessario per la traversata. Vengono aggiunti 15 secondi per ogni mina (palla da tennis) toccata.
Dondolarsi in modo rilassato = Due file, composte di minimo cinque giocatori, stanno l’una di fronte all’altra. Ciascun giocatore di una fila dà le mani a quello che gli è di fronte. Tutti si inginocchiano e un compagno si sdraia sulle loro braccia e chiude gli occhi, mentre i compagni, lo cullano (dondolano) dolcemente.
La macchina fotografica umana = I partecipanti al gioco si dividono, in coppie, con uno che fa per primo da fotografo e l’altro da macchina fotografica. Chi fa da macchina fotografica chiude gli occhi. Il fotografo lo sposta piano piano inquadrando il “paesaggio” e, quando vede un motivo interessante, punta la macchina fotografica su di esso e aziona lo scatto (la “macchina fotografica” apre gli occhi per cinque secondi). Dopo aver fatto cinque foto il fotografo riporta il giocatore che ha fatto da macchina fotografica al punto di partenza, e quest’ultimo cerca di mostrare nell’ordine giusto quali sono stati i posti dove sono state scattate le fotografie. Quindi si scambiano i ruoli.
I giochi per acquisire fiducia: creare un certo grado di fiducia e confidenza nel gruppo
Il funambolo = I partecipanti al gioco sono suddivisi in due file che si fronteggiano. Uno dei partecipanti deve camminare in equilibrio, come un funambolo su una linea tracciata tra le due file. Esso può cadere in ogni momento, cioè può lasciarsi cadere in qualsiasi direzione di lato od in diagonale. I membri del gruppo debbono essere continuamente pronti a sostenerlo, afferrandolo con delicatezza, e riportandoloa alla stazione eretta.
Io sono… = Ogni persona si descrive su un biglietto anonimo utilizzando le seguenti categorie: Strumento musicale – Sport – Animale – Vegetale – Evento Atmosferico; i biglietti vengono introdotti in una scatola, da cui il conduttore estrae un biglietto alla volta, chiedendo al gruppo chi si è auto-presentato in questo modo; se viene indovinato, l’interessato deve confermarlo oppure deve autodichiararsi dopo un massimo di cinque tentativi andati a vuoto.
Giochi cooperativi: definire una strategia di soluzione di problemi e applicarla collettivamente
Gioco dei 10 cerchi = Si dispongono più file da 10 cerchi ciascuna e altrettante file di persone a partire dal 1° cerchio. La prima persona entra nel 1° cerchio, assume una posizione e se ne va, il secondo entra nel 1° cerchio, imita la posizione del precedente, entra poi nel 2° cerchio e ne inventa una nuova, e così via fino a fare tutte le posizioni nei 10 cerchi disponibili.
La corsa ad ostacoli = Due gruppi si debbono scambiare di posto attraversando un percorso con diversi piccoli oggetti da evitare. Un gruppo è bendato, mentre l’altro gli fornisce delle istruzioni. Se qualcuno dei due gruppi urta un ostacolo, l’intero gruppo deve ricominciare da capo.
Giochi d’avventura di squadra:riuscire a cooperare in condizioni di stress o di competizione
Il millepiedi = In un gruppo composto da quattro partecipanti al gioco, uno sta carponi, un altro si mette davanti al primo e appoggia i piedi sulle sue spalle, sostenendosi a terra con le mani, il terzo e il quarto si aggiungono davanti allo stesso modo. Stando in questa posizione il gruppo deve percorrere una certa distanza senza che uno dei suoi componenti rompa la formazione. Quale gruppo riesce ad andare più lontano in tre minuti?
Il trasporto sulla pertica = In cima ad una pertica viene fissato lateralmente un cestino per la carta. Un gruppo di quattro persone deve arrampicarsi sulla pertica in modo tale da formare una catena, nella quale ciascuna persona può passare a quella che gli sta sopra una palla da tennis. Il partecipante al gioco che si trova più in basso prende le palle da un cestino poggiato a terra e la passa al compagno e così via fino a quando la palla viene posata nel cestino. Quanto tempo ci mette il gruppo a mettere nel cestino 25 palle ?
In un momento di grossa difficoltà relativa alla pandemia tutt’ora in corso dove è consigliata una attività motoria all’aria aperta, Vi proponiamo di integrare all’educazione fisica solitamente svolta in palestra, il tornare a giocare nel cortile della Vs scuola con i vecchi giochi di strada ormai quasi dimenticati. Per far conoscere meglio il nostro prodotto Vi consigliamo un breve corso di aggiornamento dei Vs docenti durante il quale verranno presentati i “ giochi di strada “ che verranno poi proposti ai Vs studenti. I giochi di strada che Vi proporremo sono tutti realizzati con materiali di riciclo o si possono realizzare senza alcuna spesa da parte dell’istituto; i Vs studenti potranno costruire direttamente loro alcuni giochi sempre utilizzando materiali di scarto. Inoltre, considerando che in età scolare si assiste ad un cambiamento nella natura del comportamento aggressivo (diventando sempre più intenzionale e rivolto ad attaccare l’altro) e che con l’età adolescenziale si evidenzia un decremento dell’incidenza della condotta aggressiva proponiamo i giochi di strada per prevenire e contrastare il fenomeno del Bullismo, proponendo giochi basati sullo stile di vita del “tutti per uno e uno per tutti” a sostegno del percorso evolutivo verso una migliore gestione dei comportamenti socio-affettivi. Alcuni giochi di strada sono utili per contrastare il fenomeno del bullismo in quanto si fondano sul lavoro di squadra in cui i partecipanti devono collaborare tra loro per assolvere ai compiti ludici, migliorando la qualità dei risultati con il livello di cooperazione che si basa sull’aiuto reciproco.
Si potrà giocare solo se i componenti del gruppo uniscono le loro abilità facendo la fondamentale esperienza di apprendimento prosociale che gli sforzi, l’iniziativa e l’impegno attivo di tutti danno un risultato che supera la soddisfazione individuale per scoprire la responsabilità per qualcosa di comune attraverso una esperienza di successo. Il valore del lavoro di gruppo si evidenzia quando nei giochi affiorano dei conflitti conseguenti al dover prendere decisioni difficili, quando si è sotto la pressione temporale, quando vi sono diverse strategie di soluzione od uno scarso impegno di alcuni, occasioni preziose di apprendimento in cui aiutando gli altri e lasciando che essi ci aiutino si manifesta l’impegno verso di loro, ma anche la disponibilità a riconoscere i propri limiti permettendo loro di esserci di aiuto.
Il corso di formazione si terrà direttamente nella Vs scuola ed avrà la durata di 4 ore per la dimostrazione pratica dei giochi). Per chiunque volesse maggior informazioni sono disponibili 2 libri: “GIOCHI DI STRADA” e “ COSTRUIAMO I GIOCHI DI STRADA”.
L’Associazione sportiva dilettantistica GIOCHI DI STRADA nasce con la finalità di promuovere gli sport di base sia per fini sociali, aggregativi e terapeutici che come veicolo di comunicazione di ideali sportivi e valori educativi quali: il rispetto delle regole (fair play), il rispetto della persona, il rispetto dei diritti umanitari, l’integrazione sociale rivolta a minori, disabili e immigrati per una nuova società multiculturale. Dal 2003 ci siamo dedicati allo ricerca ed allo studio degli sport antichi e dei giochi di strada con l’obiettivo di recuperare e tramandare le antiche tradizioni popolari alle nuove generazioni.
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